Quello che non si può misurare, non si può gestire, bisogna maturare consapevolezza relativa al proprio operato per intraprendere azioni concrete. Da qui la decisione di Canali di quantificare l’impronta ambientale complessiva del proprio business sviluppando gli studi OEF (Organisation Environmental Footprint) e PEF (Product Environmental Footprint), rilasciati da un soggetto sovranazionale, quindi terzo: la Commissione Europea. La mappatura e certificazione ha richiesto quasi due anni di lavoro.
Oggettive, scientifiche, chiare, lontano da ogni logica di greenwashing, le misurazioni OEF e PEF quantificano 16 indicatori in diversi ambiti, che dal cambiamento climatico al consumo di acqua e risorse naturali, dagli eco-sistemi alla salute dell’uomo, analizzano in profondità l’impronta ambientale di tutta la filiera, a monte e a valle del prodotto e dell’azienda.
“Abbiamo voluto fare sia OEF che PEF per poter calcolare l’impatto complessivo del nostro fare business prendendo in considerazione, oltre all’organizzazione, anche tutto il ciclo di vita del nostro prodotto”.
Stefano Canali
Se dal punto di vista dell’organizzazione lo studio OEF parte dai tessuti e arriva al momento in cui il capo finito, uscito dall’azienda, viene trasportato e distribuito nei punti vendita, per quanto riguarda il prodotto finale Canali ha fatto ancora di più, scegliendo di studiarne con la PEF l’intero ciclo di vita, e attraverso la scelta di cluster che identificano ben il 59% della produzione.
Ciò che è emerso è che un capo Canali ha benchmark di durabilità superiori alla media di settore mentre il suo impatto, considerato l’intero ciclo di vita del capo, è nettamente inferiore. L’impatto è stato calcolato considerando l’intero ciclo di vita dei capi, per le giacche 20 giorni di utilizzo all’anno per 8 anni (167 utilizzi), per gli abiti 20 giorni di utilizzo all’anno per 7 anni (142 utilizzi). Visti i risultati così positivi e incoraggianti dei test, sempre in base a quanto consentito dalla Raccomandazione Europea 2021/2279/UE, CANALI sta oggi lavorando per alzare ulteriormente l’asticella, anche oltre il fattore massimo di premialità previsto dalla norma. Estendere ulteriormente in chiave circolare la vita di ogni prodotto è la sfida entusiasmante che vedrà Canali protagonista nei prossimi anni.